Cosa vi avevo detto?
Non mi sovviene altro titolo per argomentare sulla scelta di Ducati di avere Marc Marquez nel Team Factory.
Questo Paese ha superato l’importanza della cronaca di un fatto con la necessità di assecondare il pensiero comune, il consenso, si perde di vista così la cruda verità. Ma esiste una verità, quella che spinge una Casa come Ducati a scegliere Marc piuttosto di Martin, o Bastianini. Ci sono elementi oggettivi che spingono persone con conoscenze tecniche, sportive, superiori alle nostre, a preferire Marc, ma si parla anche di investimenti, progetti, in tutto questo credete fosse predominante il tifo “anti”?
Io non sono un giornalista, mi diletto a scrivere questi articoli con l’utopistico intento di regalare una cronaca più vicina alla realtà. È un fattore culturale. Io per esempio non ho una visione nazionalistica della MotoGP, perché? Perché in uno Sport dove si rischia la vita, sarebbe buona cosa tifare per il migliore. Chiunque esso sia, italiano, spagnolo, francese, giapponese, cinese, Indiano.
Partiamo ora nel raccontare Marc e perché vestirà di rosso per due anni.
È terzo in campionato con una 2023. Davanti a lui un solo pilota factory, Pecco e uno ufficiale Pramac, Martin. Dietro di lui tutti gli altri ufficiali. Di tutte le Marche, anche due Ducati, quella di Morbido e Enea.
Cosa racconta questo dato? Se Dall’Igna sin da subito sottolinea come la 2024 abbia stabilito un gap superiore al modello 2023 rispetto agli anni precedenti? Ci sarà una consapevolezza di un capolavoro in pista da parte di Marc, come ribadito da Dovi?
Oppure era utile concentrarci sulle cronache di parte o su articoli di parte per spingere su scelte differenti?
Lo sapete che in Qatar (credo si tratti del Qatar) la 2024 ha fatto registrare un tempo complessivo di 14 secondi inferiore a quello del 2023? Lo sapete che Marc con quella del 2023 è arrivato a soli 3 secondi dal primo posto? 11 secondi più veloce dell’ufficiale 2023 vincente in gara.
C’è un fattore umano? O no? Sarà il marketing? Dai su, siamo adulti.
Vogliamo parlare delle rimonta da tredicesimo, quattordicesimo, a terzo, secondo?
Vogliamo analizzare Alex Marquez, Bez, Diggia, i piloti Ducati non ufficiali, dove sono oggi con la 2023?
Come mai Bez non esplode ancora? L’anno scorso era protagonista. Forse la 2023 è difficile da comprendere?
Badate, ancora una volta, solo Marc lì davanti.
Dobbiamo soffermarci su Diggia e le sue disquisizioni sul rivale? A destra non piega bene come gli altri. In Francia, circuito destrorso, arriva secondo, Marc però non gli altri.
In Ducati pensate siano ciechi?
L’appassionato deve decidere se seguire questo Sport oppure limitarsi all’ anti Marc.
Pratica piuttosto fanciullesca.
A me sembra che i Media nazionali ripercorrono la logica di curiosi politici di riproporre sul santino elettorale la buonanima di… per dar vigore chissà a personalità meno “carismatiche” in MotoGP molti tifosi rievocano ancora Valentino (lui vivo neh) allora bisogna tifare per i suoi.
Enfasi per rimonte gialle da quattordicesimo a… settimo?
Ducati fortunatamente non è un tifoso da stadio. È una società di successo ed ha scelto semplicemente il migliore da accostare a Pecco. Punto. Scelta lucida, ponderata.
L’unica nota stonata risale alla pre season quando qualcuno ebbe a definire Marc, vecchio, acqua passata. Ora il Re è sulla Regina. Il 2025 sarà un mondiale stellare. La coppia Ducati fa paura.
Una critica alla tempistica però è doverosa.
Si possono dare annunci a questo punto della stagione? Ne guadagna psicologicamente solo Pecco, solo lui. Normale vedere musi lunghi per Enea, Martin, per gli yellow boys, lo stesso Marc rischierà ancora per restare in mezzo a chi ha mezzi superiori a lui con il biennale in tasca? Ducati come si comporterà con chi è in partenza? Come gestirà l’aspetto tecnico ed emotivo?
Chissà.
Ops.
Oh, io ve lo avevo detto! Che finiva così. Semplicemente, direbbe Annalisa.
Andrea Costanzo