E ORA? COSA AVRANNO DA DIRE?
Quale domanda più opportuna dopo questo Gran Premio di Aragón?
Record della pista. Pole. Sprint. Gara. Un unico urlo, un unico fulmine: Marc Márquez.
Le luminescenze dei media sportivi – di settore – si dilettavano a fare la conta dei giorni senza vittoria di Marc, ogni Gran Premio ossessionatamente domandavano “sarà la volta buona?“, come se Marc fosse l’unico da colpire, e pensare che dall’ultimo GP vinto da Rossi al suo ritiro passarono oltre 1600 giorni, 400 in più, ma perché ricordarlo ad ogni gara, poco delicato no? A ben guardare Márquez è oggi terzo in classifica generale.
Poco delicato, no? A ben guardare, Marquez è oggi terzo in classifica generale. Ha davanti due Ducati ufficiali, quella di Pecco e Martín. Dietro quelle di Bastianini e Morbidelli, infinitamente dietro quella di Diggia e Bez, le 2023 come la sua. Ma niente, l’attenzione è su Marc. Persino Rossi si domanda per quale motivo Ducati abbia scelto Marc. E noi? Non ci chiediamo come mai Ducati abbia dato la Ducati MotoGP al Pertamina Enduro VR46 Racing Team?
A guardare la classifica è l’ultimo team Ducati, no? Gresini no? Si sa, Vale è così, si perde nelle polemiche sterili. Ha perso un mondiale per le sue parole, prima che in pista. A ruota troviamo Diggia, così composto nel team Gresini, quasi comico nelle esternazioni quando vestito di giallo. Tra quei “A destra Marc non è forte”, “lo vedo più vicino a me”. Come se le gare le guardassero solo simpatici ubriaconi. E la 2025 finisce proprio a Diggia. Strano no? E la meritocrazia al contrario reciterebbe alla “Vannacci Nazionale” che fine ha fatto?
Morbidelli promosso nel Team Pertamina sulla 2024 che oggi guida forse “mediocramente”, se lo comparassimo a Martín. Valentino, ti sei posto domande a riguardo, o qui tutto bene? Potrei persino ricordare il Márquez dato per finito dopo il suo infortunio mentre su Marini tutto tace, non va a punti nemmeno se scivola mezzo schieramento.
Sono duro, crudo? Provoco? La provocazione sveglia.
Sono obbligato ad esprimermi aspramente perché la narrazione delle corse non è amichettismo, o peggio ancora nepotismo. Scusate ma riportare tutto a livelli di decenza mediatica è fondamentale. In questo paese sembra obbligatorio costruire un nuovo Rossi, le masse amano l’eroe.
Allora Pecco che somiglia a Rossi nel vincere, un martello se messo nelle condizioni di farlo, è il nuovo Re, la Nuvola Rossa. Pecco corre da sempre in Ducati. È approdato in Ducati quando la moto era protagonista dei Campionati. Ma il vero dottore in Ducati se parlassimo di piloti è stato Dovizioso, tosto, umile, sconfitto da un Marc sempre al 100%, capace di riconoscergli una supremazia di talento e non tecnica.
A ben guardare ha ragione. Dopo l’infortunio Márquez ha dato luce a Quartararo, Mir, Pecco.
Márquez vinceva da solo in Honda, senza di lui zero titoli. Senza Pecco, i mondiali sarebbero stati di Martín. Oggi siamo qui annoiati dalle capovolte dei giudizi su Márquez. Ma Márquez è questo. Lo è sempre stato. Devastante. Godiamoci il Re. Il mondiale è lungo. Chissà.
Avrà fatto bene Ducati a…
Sto ridendo.
Andrea Costanzo