Eredi degli anni d’oro: le Regine dei due tempi con Andrea Costanzo
“Oggi da Moto Argento mi sono ritrovato in un mondo affascinante e unico, quello delle due tempi. Avevo una versione limited edition Walter Wolf della Suzuki Rg Gamma 500 sulla mia destra e una Yamaha Rd 500 perfettamente originale sulla mia sinistra, io seduto lì in mezzo. Quante emozioni, quanti ricordi. Da ragazzino erano le maxi sportive che ruggivano per le strade inebriando l’aria di quel profumo di miscela. Sono ancora lì a vantarsi di una storia irripetibile. Nacquero a metà degli anni ’80. Erano le repliche di quei missili terra aria delle 500 da gp, rese celebri dai vari Sheene, Lucchinelli, Uncini, Lawson, Roberts Spencer, Gardner, Schwantz, Rainey, Doohan, Criville, Cadalora, Biaggi, Valentino, Roberts jr, alcuni nomi che resero tributo a quelle creature. Furono moto con rapporto peso potenza da far impallidire un ceceno sul ring della MMA!
In quegli anni non si frequentavano corsi per diventare campioni, dovevi leggere il tuo dna e tradurlo in sella, nessun mettiti così, sposta il c…, ogni danza poteva portare alla vittoria. Non voglio scemare in discorsi da bar, il motociclismo è sempre stata una scienza. Ieri come oggi. Evolvevano motori, ciclistiche, gomme, esattamente come ora, mentre corpi umani si muovevano in sella come se dovessero domare una belva. Oggi, senza togliere una virgola ai nostri giovani piloti motogp, quell’adattamento sembra scemare nell’omologazione di stile, qualcuno ha il coraggio di etichettare “vecchio stile” quello di quei campioni minimizzandone infinite capacità di adeguamento a condizioni di guida da far west! Doohan fu l’interprete dell’avvitamento più estremo, qualche appassionato da stadio ci vede chissà quale posa imperfetta in realtà la sua danza in sella, la sua distribuzione dei pesi, era un incanto.
Quanta storia, che emozioni, già lo ripeto ancora. Duelli stratosferici, limite assoluto, pieghe non distanti dai 65° di inclinazione attuale. Con gomme, telai, sospensioni meno performanti, in circuiti meno sicuri. Un epoca dalla quale non si vuole copiare rischi e follia, ma deve rimanere in ognuno di noi un ricordo indelebile. Lamentarsi dello scollino del Mugello? Forse troppo. Perché scrivo queste poche righe? Per nostalgia? Anche, ma soprattutto perché se volessimo definirci Motociclisti l’impegno è massimo, la curiosità, la conoscenza devono ardere anche oggi in questo 2023 dove la moto è sempre più moda. Si comprano moto senza seguire competizioni, senza leggere testi o riviste di settore.
Più modelli da Instagram che appassionati! Certo va bene anche il narcisismo, ma che rappresenti la ciliegina sulla torta. Attenzione! Lungi da me, ridicolizzarmi con detti: “ la mia elettronica è nel polso destro!”, “ vado in pista perché in strada mi conosco, vado troppo forte!”. Dialettiche anacronistiche. Il “ forte” è prerogativa dei piloti, veri, noi siamo goffe rappresentazioni di quel livello altissimo, che al TT come nelle piste tradizionali si palesa.
Quando sentite nell’aria il profumo dei due tempi, ricordate che siamo eredi di quegli anni. Studiate il motociclismo non romanzatelo, non trasformatelo in ciò che non è.”
– Andrea Costanzo.