LO “SPORCO”. SÌ, ABBIAMO OLTREPASSATO IL LIMITE.
Valentino Rossi ha definitivamente oltrepassato ogni limite.
Continua la sua campagna denigratoria rivolta al pilota più forte dell’era Motogp. Un campione lo deve essere in pista, vinca o meno, sempre in pista. Lì si vince o perde. Non con giochetti psicologici. Quel mondiale 2015 lo testimonia.
Definire Marc “sporco” è nelle corde di un tifosetto da stadio, non certo dialettica di un nove volte campione del mondo.
Titolatissimo, fortunatissimo, coccolatissimo, quando il suo team Motogp eredita una Ducati ufficiale da consegnare a Diggia. Il team Ducati più lento di questa stagione per ora. Come se il team Gresini non esistesse. Aldilà dei sogni dei suoi piloti che si vedono vicini al Fenomeno di Cervera, mi sembra un pò “sporca” la faccenda.
Nella carriera di Rossi ricordo “veti” e “muri”, un po’ sporca la faccenda. Gomme di seria A e gomme di serie B, mi sembra sporca la faccenda. Sorpassi di sponda, dritti a Laguna, manovre “sporche” dipinte come colpi di genio assoluti, replicate nel silenzio più totale da Marc in una sola stagione.
Io sono un semplice appassionato di moto, non ho credenziali, non percepisco denaro per scrivere questi miei personalissimi pensieri, vorrei solo creare dibattito su una narrazione che ha “sporcato” la realtà delle cose, per tanti, troppi anni.
La verità, spesso banale, è stata preferita al romanzo. Questo ha attirato folle di agitati, volgari, inascoltabili individui, capaci di gioire per una caduta, un infortunio, contenti se una carriera è in forse. E, nonostante questo sia chiaro, una personalità come Rossi fomenta.
Non ci siamo.
Mi auguro che Pecco prenda ufficialmente distanze da questi toni da “bro” di Paese, non certo da uomo maturo. Mi auguro non subisca il peso di un pilota che dovrebbe essere felice di aver vinto così tanto grazie anche a tanta fortuna, e veti, lo ripeto, veti.
Rossi ha forse creduto che la vittoria gli fosse dovuta. Che un pilota forte non debba confrontarsi ad armi pari con altri piloti straordinari. Si eleva ad avvocato difensore dei “suoi”, non comprendendo che già ora il “sistema” vuole creare una sua proiezione, molti tifano Pecco perché a lui associano Rossi.
Sono un pò crudo ma è così. È un peccato, perché proprio Pecco ha una sua personalità. Non si lascia andare a buffe dichiarazioni alla Diggia, lasciando che la pista racconti. Non le chiacchiere.
Non ho nulla contro Diggia e Bez, ma sono gli unici a produrre sforzi per delegittimare una superiorità netta di Marc (ad oggi). Non fa loro onore. Il “valentinismo” non paga.
Quel decimo mondiale sfumato, lo testimonia.
Se Marc fosse uno sporco, Valentino è Mastrolindo?
Andrea Costanzo