PAGELLE SENZA TREMARELLE | SBK MOST

A differenza della MotoGP, tra i cui adepti figura anche chi non è mai salito su una moto, se non da passeggeri, la Superbike è la categoria più amata dai motociclisti. Per questa ragione abbiamo pensato di estendere le pagelle senza tremarelle alle derivate di serie. Come suggerisce il nome, i voti sono assegnati senza alcun timore reverenziale o campanilismo, ma prestando attenzione esclusivamente all’accaduto: il voto finale è il risultato della combinazione della prestazione nelle tre manche del week-end.

Questi risultati vengono inoltre parametrati alla moto in dote a ciascun pilota, al team per cui corre e di conseguenza il confronto non può che prescindere dal compagno di squadra. Essendo tutti questi piloti professionisti e quindi lautamente pagati, le scuse stanno a zero: “il mio jet ha avuto un guasto e sono arrivato in ritardo in circuito”, “mio figlio ha pianto tutta notte”, “il mio materasso non aveva il topper”, “la mia fidanzata mi ha scoperto con un’altra e mi ha fatto a brandelli la mia tshirt portafortuna”.

Queste giustificazioni lasciano il tempo che trovano perché gli imprevisti fanno parte della quotidianità. Tutti siamo chiamati a dare il massimo quando lavoriamo, a prescindere da sfi*he/malesseri che stiamo vivendo. Il massimo lo pretendiamo anche dai piloti della Superbike e se i risultati non sono in linea con il potenziale di moto e team, fioccano i voti negativi. Come vedrete.

Toprak Razgatlioglu 10 e lode: il fine settimana del turco è semplicemente perfetto a partire dalla pole, la terza con la BMW, passando per le tre vittorie, fino ad arrivare ai tre giri veloci in gara. Per la prima volta in carriera arriva a sette vittorie consecutive, striscia che potrebbe allungare ulteriormente già questa settimana a Most. Come se non bastasse conquista Gara1 con 11,384 secondi di vantaggio, dopo essere stato in testa dal primo all’ultimo giro: non aveva mai vinto in Superbike con un margine così ampio. Conscio di aver esagerato, nella Superpole Race passa in testa “solo” al terzo giro ma in Gara2 torna cannibale, salutando tutti al via e li rivede solo alla bandiera a scacchi.

Alex Lowes 9: nel week-end in cui festeggia le 300 partenze nel Mondiale Superbike si regala altri due podi e un quinto posto che rinsaldano il suo ruolo di prima guida Kawasaki, lui che per anni ha fatto da scudiero a Jonathan Rea. In Gara1 è attendista in avvio: sesto al primo giro e quarto a metà gara, ma poi si libera di Scott Redding e quindi piega Bulega, resistendo pure al ritorno di Bautista per ottenere il primo secondo posto del 2024. La pessima partenza nella Superpole Race gli impedisce di ripetersi ma ottiene un’altra Top 5 mentre in Gara2 staziona dal quinto giro fino all’ultimo in terza posizione. In tutto il 2023, complici gli infortuni, ha totalizzato 149 punti, quest’anno è già a 165.

Nicolò Bulega 8: zitto zitto grazie ad altri due secondi posti (e sono già otto quest’anno) sta allungando in classifica sul compagno di squadra, al momento attardato di 14 punti, dando ragione a chi ha voluto il suo ingaggio. L’unico passaggio a vuoto del suo week-end è stata Gara1 in cui ha spinto troppo nelle prime battute per cercare di inseguire Razgatlioglu, salvo non averne più negli ultimi dieci giri, venendo infilato da Alex Lowes e Bautista per chiudere al quarto posto. Con i due giri in testa nella Superpole Race è stato l’unico a mettere le ruote avanti al turco nell’intero round ed ha concluso secondo a meno di cinque secondi dal vincitore. Secondo anche in Gara2 con cinque secondi di vantaggio su Bautista.

Jonathan Rea 7: l’aria di casa gli fa bene, tanto che conquista il primo podio da quando veste i colori della Yamaha. Il nordirlandese ha vissuto un inizio di stagione da incubo, tanto che è soltanto 11° in classifica, ma l’inversione di tendenza è testimoniata dalla triplice apparizione in zona punti, un inedito nel suo 2024. In Gara1 è quinto dopo aver sopravanzato il compagno di squadra al terz’ultimo giro. Il suo capolavoro è però la Superpole Race in cui parte forte, prendendo subito la terza posizione che non molla più, agguantando il 19° podio in Superbike a Donington Park. In Gara2 invece è quinto all’alba della gara ma poi subisce i sorpassi di Locatelli, Bautista e Petrucci, terminando all’ottavo posto.

Danilo Petrucci 6,5: il pilota del team Barni è il miglior pilota Indipendente (ossia di un team privato) nelle due gare lunghe con scarti abissali nei confronti degli altri piloti non Factory: in Gara1 li stacca di poco meno di dieci secondi, in Gara2 di 15 secondi. Il suo week-end è positivo anche perché rosicchia 15 punti in classifica a Iannone, pur non conquistando nemmeno una Top 5. Il giro annullato in qualifica per le bandiere gialle è alla radice di tutto perché si ritrova a partire 13°, ma è colpevole di un avere un secondo giro di spessore. In Gara1 è settimo, nella Superpole Race nono e in Gara2 sesto.

Alvaro Bautista 5: arriva a 99 podi nel Mondiale Superbike grazie al terzo posto in Gara1 dove mette in piedi una splendida rimonta dal nono al terzo posto, scavalcando a quattro giri dalla fine Bulega. Nella Superpole Race è invece tristemente sesto, con un ritardo di 4,3 secondi dal compagno di squadra. Non va meglio Gara2 con la quinta piazza al traguardo a quasi cinque secondi e mezzo dal coinquilino di box e dietro persino a Scott Redding, il primo a chiedere un peso minimo moto-pilota.  Quest’anno soltanto a Phillip Island gli era andato peggio. La vetta è lontana 55 punti, probabilmente troppi.

Andrea Locatelli 4,5: la Yamaha non è all’altezza di BMW e Ducati, ma un fine settimana senza nemmeno una Top 5 merita una bocciatura. Specie se il tuo compagno di squadra ti precede in due delle tre gare, addirittura rifilandoti quattro secondi nella gara corta. Il bergamasco parte forte in Gara1, tanto da essere terzo al termine del primo giro, ma poi si spegne progressivamente fino a concludere sesto. Sembra poco ma va persino peggio nelle gare domenicali concluse con due settimi posti, anche se con il contentino di essersi tenuto dietro Rea in Gara2.

Andrea Iannone 4: resta il miglior Indipendente nella classifica del Mondiale ma anziché migliorare con il togliersi della ruggine, con il passare delle gare appare in involuzione. Nelle ultime quattro manche non ha mai tagliato il traguardo nelle prime nove posizioni. In Inghilterra è 11° in Gara1 a quasi dieci secondi dalla moto gemella di Petrucci dopo un primo giro disastroso concluso al 18° posto. Parte malissimo anche nella gara breve e deve accontentarsi del 10° posto, non intascando alcun punto. In Gara2 si ritira a sette giri dalla fine quando è 13° per un dolore all’avambraccio destro.

Axel Bassani 3,5: il suo approdo alla Kawasaki non era stato accolto favorevolmente dai tifosi, timorosi che finisse su una moto poco performante. In realtà di poco performante al momento è il veneto perché Lowes è quarto in campionato con 165 punti mentre Bassani ne ha raccolti appena 50 che lo relegano al 12° posto. Lo spiraglio di luce che credevamo di intravedere a Misano è offuscato dalle prestazioni a Donington Park: conclude 12° in Gara1 a 17 secondi dal compagno di squadra, si stende al secondo giro della Superpole Race e finisce 10° in Gara2 a 13 secondi da Lowes.

Michael Rinaldi 3: sarà anche stato fortunato, oltre che coraggioso, ma Nicholas Spinelli, con tre sole gare in sella ad una Panigale non ufficiale ha totalizzato 25 punti, a fronte dei 24 di Rinaldi che quest’anno ha gareggiato 15 volte con una Ducati privata. Basta questo parallelo per raccontare la stagione disgraziata del riminese che dopo il sesto e il nono posto di Phillip Island non è più entrato nella Top 12. Oltre Manica conquista un solo punto, con il 15° posto in Gara1 a 33 secondi dal vincitore. Nella Superpole Race è 16° e in Gara2 conclude 17°, ultima Ducati al traguardo.

L’Autore: Giovanni Cortinovis

Trafficante di velocità, coltivatore diretto di statistiche, allevatore di storie bestiali.

Si guadagna da vivere come giornalista dal 2002.
Segue, dal vivo, le road races dal 2005, quando andò per la prima volta all’Isola di Man.

Da allora ha assistito a innumerevoli edizioni di Tourist Trophy, North West 200, Ulster GP, Cookstown 100, Tandragee 100, Armoy Road Races, Olivers Mount Spring Cup, Bush, Killalane, Macao GP.

Una piccola parte di quanto ha visto e appreso su questo universo l’ha riversato nel libro “North West 200: La corsa più bella al mondo” in vendita su Amazon, dove ha raccolto una valanga di recensioni entusiastiche.

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