PERSONAGGIO O CAMPIONE?

La scelta Ducati ha innescato una discussione che ho trovato a tratti ridicola, ma forse meritevole di una riflessione.
È un articolo un po’ particolare, spero possiate cogliere degli spunti.

Premessa: le gare di moto hanno sempre creato miti, hanno diviso il tifo dalla loro nascita, c’è chi ama alla follia la purezza di un talento, chi gonfia il petto perché il suo pilota è il più titolato, chi ama il personaggio. L’involuzione mediatica oggi parrebbe puntare tutto sul personaggio. Perché il personaggio attira folle, e le folle sono denaro.
Valentino seppe coniugare talento e personaggio, tanto da edificare intorno a sé un seguito sconosciuto in questo Sport. Il giornalismo ha saputo dipingere intorno a lui vesti di imbattibilità, tutto molto bello. Finalmente. Che seguito! Ma questo fu l’inizio anche di un declino della qualità del tifo e della narrazione delle corse.

Valentino punto, il resto una cornice, un nemico. Il resto veniva minimizzato, quando non ridicolizzato. I suoi rivali erano meno forti, lui vinceva questo bastava, su che moto? Contro chi? Cosa guidavano gli altri? Poco importa. Negli autodromi abbiamo cominciato ad assistere a scene orribili, fischi, offese, persino pupazzi dati alle fiamme raffiguranti il nemico, non il rivale. Il consenso, le masse producono tutto questo.

Si arriva al 2021 e Valentino saluta tutti. I suoi ultimi anni raccontavano passerelle lunghe campionati interi, ma nonostante i risultati fossero mediocri, il PERSONAGGIO viveva, sopra un talento che mostrava i limiti che prima sembravano degli altri. Scarsa competitività, scarsi risultati. Come giustificare tutto questo se non con ” è colpa della moto”. Allora l’umanità rappresentò l’omaggio dovuto a chi vinceva sopra tutto e tutti, oppure no? Dal 2010 al 2021 Rossi non vinse più, mentre veniva battuto da Lorenzo prima e da Marc Marquez dopo.

I media nostrani non diedero il benvenuto al Re di categoria, che dal 2013 al 2021 vinse sei titoli, nel 2020 si infortunò e nel 2022 vinse gp in condizioni fisiche probanti. Nessun nuovo Re. Fu preferito il romanzo di quel 2015. Oggi dai vivai di Rossi è nato Pecco, antidivo – per questo mi piace – tre volte campione del Mondo, due con Ducati, una impresa seppur figlia di una assenza importante, proprio quella di Marc. Pecco viene coccolato dai media nostrani, quasi amorevolmente protetto da quel suo NON ESSERE PERSONAGGIO, e per chiudere il cerchio si vuol far credere che PERSONAGGIO sia ora Marc Marquez, il più odiato in patria! Far credere che Ducati lo abbia scelto per questo, non perchè è il Re di categoria.

PERSONAGGIO O CAMPIONE? Che dire viviamo in un Paese dove manipolare il tifo e la pratica più banale del mondo. Si tiene in vita una figura mitologica come Rossi per anni e anni, parlando di un mondiale perso. Non si accetta il Pecco antidivo perchè il rischio è quello di non attirare personaggi buffi e volgari, e infine si prova a delegittimare Marc, il suo talento, attribuendogli la figura del personaggio. È un articolo forse indecifrabile, cervellotico, forse no. Ma a noi appassionati di questo Sport, attenzione a non perderci nella folla.

Andrea Costanzo