Storia di una Rossa, la sola che deve vincere

È difficile scrivere un articolo dopo un Mugello che vede una doppietta del Team Factory, in un’atmosfera di festa. Ma volevo regalarvi una chiave di lettura forse più completa.

Partiamo dal 2022, vi ricordate Tardozzi paonazzo mentre raggiungeva il muretto Gresini? 2023, vi ricordate quel finale di stagione un po’ macchiato da quella gomma difettosa sulla moto di Martin? Casualità? Certo. Ma pare che in ogni stagione qualcosa accada, e a vincere è una Rossa. Fato? Sicuramente.

Pecco è forte e dimostra freddezza nei momenti che contano. Ma in questi ultimi due “Mondiali” Ducati, il finale di stagione regala musi lunghi nei team satellite. Vuoi vedere che Martin… vuoi vedere che Marc… insomma, scanso equivoci, preferiscano il Rosso, e solo il Rosso, per scongiurare il fato ostile? Fosse scaramanzia?

Si è appena concluso il GP d’Italia. Ed io ho notato alcune cosine. Ho osservato la Sprint sabato e Marc con la sua 2023 prendeva la scia e superava l’avversario, oggi no. Sfruttando il suo talento in ogni angolo della pista, una volta in scia alle 2024, niente da fare. Il suo sorpasso ad Enea è partito da dietro, un numero alla Schwantz. Il gap da sabato a domenica è aumentato. Lo noterebbe chiunque. Basta riguardare la gara.

Dovizioso ha definito la stagione di Marc un capolavoro. Ed ha ragione. Molti minimizzano la stagione di Marc, escludendo dalla dialettica mediatica un numero, il 2023. Nella lotta pare tutti corrano con la 2024. Non è così.

Nel 2027 cambierà tutto. Non credo che in questi futuri due anni sia interesse delle case investire troppo su progetti che andranno a cambiare. Fortemente. Ducati dovrà valutare bene chi tenere in casa. I suoi fenomeni sono figli suoi. Non hanno curriculum, storie diverse. Saranno in grado di esprimersi, sviluppare? In vista di quel 2027?

Consiglio Marc. Perché capolavoro riassume la sua carriera agonistica. Al Mugello quel quarto posto vale una vittoria.

Andrea Costanzo