WSBK | ALLA SCOPERTA DEL ROUND DI PORTIMAO DELLA SUPERBIKE

Riuscirà Toprak Razgatlioglu ad allungare la sua striscia vincente nel Mondiale Superbike? Fino a quando? Sono i due grandi interrogativi che gli appassionati si pongono alla vigilia del round di Portimao, il settimo della stagione: il layout unico del tracciato portoghese, con un’alternanza di curve in salita e discesa rappresenta l’ultimo banco di prova per il turco e la BMW che dopo le gare in Repubblica Ceca si trovano a guidare il Mondiale Piloti e pure quello Costruttori. In discesa si tocca infatti una pendenza massima del 12 per cento e in salita del 6 per cento, mentre l’inclinazione trasversale sfiora in alcuni punti l’8 per cento.

La Casa tedesca non era in testa alla classifica marche dal 2012 e prima di quest’anno aveva complessivamente conquistato nel Mondiale Superbike appena 13 successi, a fronte dei 12 ottenuti nel solo 2024, tutti con Razgatlioglu. Toprak però non è sazio perché sa che aggiudicandosi Gara1 eguaglierebbe il record di 11 vittorie consecutive che appartiene ad Alvaro Bautista e a Jonathan Rea: lo spagnolo fece filotto nel 2019 e lo bissò l’anno scorso, sempre con la Ducati, ma il primo a fare undici fu il nordirlandese, nel 2018 con la Kawasaki.

Al riscatto è atteso Bautista, mai a podio a Most (non gli accadeva con la Panigale dal 2019) e scivolato a meno 104 punti dalla vetta e a 40 punti da Nicolò Bulega, sempre a punti nelle prime 18 gare in classe regina, nuovo record di tutti i tempi per un debuttante. Peraltro l’iridato Supersport 2023 vanta già dieci secondi posti stagionali, più di quelli ottenuti da tutti gli altri piloti messi insieme.

A sparigliare le carte potrebbe essere la scelta di Pirelli di portare una nuova gomma di sviluppo soft al posteriore: denominata SCX, è la più morbida tra le gomme disponibili, utilizzabile però solo per la Superpole e la Superpole Race. Utilizzarla nella gara breve potrebbe risultare un azzardo, ma anche premiare chi avrà il coraggio di adottarla. Così come a Most non sarà a disposizione dei piloti la SCQ mentre saranno utilizzabili la SC1 media standard e la SC0 soft standard, oltre al debutto della nuova SC0 di sviluppo. 

Dati Brembo per il round di Portimao della SBK 2024.

In Portogallo si sono finora disputate 48 gare del Mondiale Superbike, ma nella prima stagione del Mondiale, il 1988, si corse all’Estoril: la Bimota vinse entrambe le manche, con Davide Tardozzi e Stéphane Mertens. Il Paese lusitano tornò in calendario solo nel 1993, sempre con l’Estoril, ma anche in quell’occasione la presenza non venne replicata negli anni a venire. Nel 2008 fu la volta di Portimao che finora ha ospitato 35 gare: Rea le ha corse tutte e in 25 occasioni è salito sul podio, ottenendo la bellezza di 13 vittorie. 

La pista di Portimao misura 4,592 km ed è contraddistinta da 15 curve di cui 9 a destra, anche se il rettilineo iniziale è particolarmente lungo e permette così di sfiorare i 320 km/h. Secondo gli ingegneri Brembo, che quest’anno forniscono i loro componenti frenanti a 12 team per un totale di 18 piloti, in un giro i freni sono in funzione per quasi 28 secondi e mezzo, equivalenti al 29 per cento dell’intera gara.

I frequenti dislivelli del circuito possono rappresentare un’ulteriore criticità del circuito per i freni, a causa del forte sbacchettamento che però non influisce in maniera severa sull’impianto frenante. Per questa ragione, in una scala da 1 a 5, lo stress per gli impianti frenanti dell’Autodromo Internacional do Algarve è 3. Sono 11 le frenate al giro, tutte con decelerazioni di almeno 1 g, ma solo una rientra nella categoria Hard, definita tale per lo sforzo richiesto a freni e piloti. Ci sono poi quattro Medium e sei leggere. La curva più dura del tracciato lusitano per l’impianto frenante è la prima dopo il traguardo: le Superbike decelerano da 316 km/h a 110 km/h in 4 secondi e mezzo in cui percorrono 264 metri grazie anche ad un carico sulla leva del freno di 5,4 kg. La decelerazione è di 1,5 g, la pressione del liquido freno Brembo raggiunge gli 11,5 bar e la temperatura dei dischi in acciaio (il carbonio è bandito in Superbike per calmierare i costi) i 590 °C.

La seconda frenata per importanza è quella dopo il primo intermedio, alla curva 5: la velocità crolla da 237 km/h a 70 km/h in 4,4 secondi mentre le moto avanzano di 182 metri. I piloti esercitano un carico di 4,2 kg e sono soggetti a 1,5 g di decelerazione. Altre tre staccate superano i cento metri di spazio di frenata, alle curve 7, 13 e 15. 

In un giro un pilota della Superbike esercita un carico complessivo sulla leva del freno di oltre 38 kg che si traducono in poco meno di 7,7 quintali per ciascuna delle due gare dalla lunghezza tradizionale di 20 giri.

L’Autore: Giovanni Cortinovis

Trafficante di velocità, coltivatore diretto di statistiche, allevatore di storie bestiali.

Si guadagna da vivere come giornalista dal 2002.
Segue, dal vivo, le road races dal 2005, quando andò per la prima volta all’Isola di Man.

Da allora ha assistito a innumerevoli edizioni di Tourist Trophy, North West 200, Ulster GP, Cookstown 100, Tandragee 100, Armoy Road Races, Olivers Mount Spring Cup, Bush, Killalane, Macao GP.

Una piccola parte di quanto ha visto e appreso su questo universo l’ha riversato nel libro “North West 200: La corsa più bella al mondo” in vendita su Amazon, dove ha raccolto una valanga di recensioni entusiastiche.

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