ROAD RACES MANIA #3: L’ISOLA DI (WO)MAN
Scambio moto da pista con donna da strada.
Prima che il politically correct prendesse il sopravvento, si poteva osare una battuta del genere senza essere accusati di misoginia o scatenare indignazione.
In realtà anche le donne disputano le road races, incluse le più celebri come il Tourist Trophy e la North West 200.
Ad aprire la strada all’universo femminile fu nel 1954 Ingeborg Stoll-Laforge, acuta nell’insinuarsi in una falla del regolamento.
Negli anni Cinquanta, infatti, le norme delle competizioni all’Isola di Man imponevano che il pilota fosse maschio e maggiorenne. Invece, per ricoprire il ruolo del passeggero del sidecar bastava essere una persona di 18 anni compiuti. Affiancata al pilota francese Jacques Drion, la tedesca terminò il TT del 1954 in quinta posizione con un tempo di un’ora 41 minuti e 18 secondi, a sette minuti e 18 secondi da Eric Oliver e Les Nutt, anch’essi su Norton. Un risultato notevole perché Inge riuscì a mettersi alle spalle una decina di equipaggi.
La passione per i sidecar l’aveva ereditata dai genitori, Kurt Stoll e Maria Moll che spesso avevano fatto coppia in gara. E proprio facendo da passeggera al padre, Inge iniziò a gareggiare quando aveva soltanto 17 anni.
A seguito del ritiro del babbo, Inge si unì sportivamente a Drion, con cui corse dal 1952 al 1958: vinsero due campionati francesi e arrivarono quarti in due edizioni del campionato del mondo, nel 1952 e 1953, grazie a cinque podi, un secondo posto e quattro terzi. I due ci riprovarono nuovamente in coppia al TT nel 1957 ma furono costretti al ritiro a causa di un incidente. Un anno dopo, persero entrambi la vita durante il penultimo giro del GP della Cecoslovacchia sullo stradale di Brno che ai tempi misurava 17,8 km.
Con la partecipazione sempre meno occasionale delle donne al TT arrivò anche il primo decesso in rosa: vittima nel 1961 la svizzera Marie Lambert, passeggera del marito Claude che se la cavò con la frattura di una gamba.
L’inchiesta accertò che prima della gara gli scrutineers dell’Isola di Man aveva rilevato difetti alle leve di comando, al manubrio e alla carenatura del sidecar. Claude riparò in tempo queste componenti e superò le verifiche, guadagnandosi così la possibilità di schierarsi al via.
Tuttavia l’indagine appurò che l’incidente fu causato dalla rottura di parte della carena che andò ad incastrarsi nello sterzo, facendo perdere al pilota il controllo del mezzo.
Lambert tornò al TT nel 1962 piazzandosi al quarto posto in compagnia di Alfred Herzig.
Quella edizione passò alla storia per la partecipazione della prima donna motociclista, Beryl Swain: in sella ad una Itom la venteisenne londinese gareggiò nella classe 50 concludendo al 22° posto, distanziata addirittura di 33 minuti e 25 secondi dal vincitore, Ernst Dagner. Decisamente più competitiva fu invece Sandra Barnett, prima donna a infrangere la soglia dei venti minuti sul giro all’Isola di Man: nella Junior del 1997 fermò i cronometri su 19’49’’9, alla ragguardevole media sul giro di 184 km/h, Di professione funzionaria pubblica nella contea del Worcestershire, aveva esordito sull’Isola di Man nel 1993, ottenendo il quinto posto nella gara dei Newcomers e il 15° posto nella Supersport 400 al Manx GP.
L’anno seguente debuttò al TT, portando a termine tre delle quattro gare a cui prese parte: 15° posto nella Supersport 400, 33° nella Formula 1 e 39° nella Supersport 600. Al suo attivo, dal 1994 al 2000, oltre una ventina di partenze al TT con la ciliegina del nono posto nella Lightweight 400 dell’edizione dell’anno Duemila.
Alla North West 200 invece la prima donna ai nastri di partenza arrivò decisamente più tardi e solo grazie alla intraprendenza della trentunenne Liz Skinner, libraia di Chester: con una Kawasaki KR2 disputò sul Triangle che collega i paesi di Portrush, Portstewart e Coleraine le due gare della 250 nel 1990, non portando a termine la prima per poi riscattarsi con il 27° posto nella seconda.
Ad ambedue gli eventi ha preso parte più volte invece Maria Costello, abbassando anche il record femminile sul Mountain dell’Isola di Man: 19’43’’8 il suo crono al Manx GP del 2004 in sella ad una Honda 600 alla media di 184,6 km/h.
A scatenare la passione della Costello fu proprio la pilota a cui strappò il record: «Prima che iniziassi a gareggiare stavo pensando di prendermi una moto da corsa. Con tre amici, Neil, Nick e Dave, andammo a Mallory Park per assistere ad un meeting. Pioveva e così ci mettemmo a guardare nel paddock. Vicino ad un furgone vidi una figura femminile: “È una ragazza?” chiesi loro e mi risposero: “Sì, lei è Sandra Barnett”».
Ai tempi Maria si serviva della moto come semplice mezzo di trasporto per raggiungere il luogo di lavoro, ma un giorno mentre era in sella alla sua TZ 125 fu travolta da un’auto. Con il gruzzolo del risarcimento si comprò una moto da corsa e nel 1995 iniziò a correre.
Dopo la prima vittoria a Mallory Park, Peter Barnett si avvicinò e le chiese se le sarebbe piaciuto correre per una formazione tutta femminile, insieme a sua figlia Sandra. Raggiunto l’accordo, nel 1996 la Costello disputò molte gare su circuiti permanenti, con l’obiettivo di debuttare al Manx GP ma a giugno al TT l’allora fidanzato si fece male, inducendola a dire che non sarebbe mai più tornata sull’Isola di Man.
Ci ripensò e quell’anno al Manx GP disputò sia la gara Senior, in cui concluse al 73° posto (90 i piloti che videro l’arrivo e altri 17 si ritirarono, numeri inimmaginabili oggigiorno, anche per questioni di sicurezza) mentre nella Senior Newcomers riuscì a fare capolino nella Top 10. In entrambe le competizioni arrivò però dietro alla compagna di squadra Bridget McManus, autrice di un settimo posto nella gara dei debuttanti e un 60° nella Senior, dove riuscì a tenere una media superiore alle cento miglia orarie.
Ma mentre la McManus si cimentò con il Manx GP solo un altro anno, Maria è diventata una fedelissima di questa isola nel mare d’Irlanda. E nel 2005 la sua tenacia è stata premiata con il terzo posto nella Ultra Lighweight del Manx GP con la Honda RVF400 preparatagli da RLR Motorsports. Al termine del primo giro era quinta ma dopo il pit stop, a metà gara, si è ritrovata terza e ci è rimasta fino alla conclusione del quarto giro: «È superbo, non credo di aver ancora realizzato ciò che ho fatto. È stata una gara fantastica, mi sono divertita, la moto era fantastica, non ha perso un colpo» dichiarò dopo la premiazione.
Anche grazie a quel piazzamento, il 24 novembre 2009 la regina Elisabetta II la nominò Member of the Order of the British Empire (MBE) per “i servizi resi al motociclismo”.
La notizia fu resa nota durante il TT che vide l’allora trentunenne nella duplice veste di pilota (due ritiri nella Senior e nella Ultra Lightweight e il 17° posto nella Junior) e di addetta stampa per la Pirelli: «Sono così onorata di ricevere questo premio. Le moto sono state la mia vita e sento che questo riconoscimento restituisce qualcosa non solo a me, ma a tutti coloro che sono coinvolti nel motociclismo. Spero di vedere più donne in moto e nel racing. La mia famiglia è così orgogliosa e persino mia mamma che non era così entusiasta della mia partecipazione alle gare, mi sostiene sempre al Manx GP. Lei assieme a mia sorella sono i primi che ho chiamato per informarli dell’onorificenza, all’inizio credevo fosse una burla, ma poi mi sono convinta che era vero».
Curiosamente proprio in quell’edizione del TT la Costello perse il record sul giro sul Mountain a vantaggio della debuttante Jenny Tinmouth che nella Senior completò un giro in 19 minuti 22 secondi e 56 centesimi, ad una media di oltre 188 km/h.
Di lei avremo modo di parlare nelle prossime settimane, così come delle italiane che hanno disputato le road races.
L’Autore: Giovanni Cortinovis
Trafficante di velocità, coltivatore diretto di statistiche, allevatore di storie bestiali.
Si guadagna da vivere come giornalista dal 2002.
Segue, dal vivo, le road races dal 2005, quando andò per la prima volta all’Isola di Man.
Da allora ha assistito a innumerevoli edizioni di Tourist Trophy, North West 200, Ulster GP, Cookstown 100, Tandragee 100, Armoy Road Races, Olivers Mount Spring Cup, Bush, Killalane, Macao GP.
Una piccola parte di quanto ha visto e appreso su questo universo l’ha riversato nel libro “North West 200: La corsa più bella al mondo” in vendita su Amazon, dove ha raccolto una valanga di recensioni entusiastiche.