WSBK | ALLA SCOPERTA DEL ROUND DI CREMONA DELLA SUPERBIKE
Il Mondiale Superbike torna in Lombardia a undici anni di distanza dall’ultima volta: dal 1990 al 2013 Monza ospitò 43 gare, mentre questo fine settimana si corre al Cremona Circuit.
L’impianto vicino a San Martino del Lago, località di cui portò il nome fino al 2015, sarà il settimo circuito italiano ad ospitare il Mondiale Superbike. Ad aprire le danze fu Pergusa nel 1989, unica stagione in cui fu impiegata, seguita l’anno seguente da Monza.
Nel 1991 toccò a Misano (67 gare) e Mugello (sei manche), nel 2001 fu la volta di Imola (36 gare) e nel 2007 di Vallelunga, utilizzata solamente per un biennio. Anche in Spagna le derivate di serie hanno gareggiato su sette piste: Albacete, Aragón, Cheste, Jarama, Jerez, Montmeló e Navarra. Con Cremona diventeranno 53 i tracciati teatro di almeno una gara, ma nel 2022 e 2023 si è fatto uso di tracciati già conosciuti.
Purtroppo non sarà presente Toprak Razgatlioglu, mattatore della stagione con 13 vittorie consecutive prima di finire contro un muretto nelle seconde libere di Magny-Cours (Francia), a seguito di una caduta. Prima dell’impatto alla curva 14 il turco aveva 92 punti di vantaggio su Nicolò Bulega e 142 su Alvaro Bautista e pareva destinato ad allungare la sua striscia.
Il pneumotorace traumatico ha impedito all’alfiere BMW di disputare le tre gare in Francia e la sua convalescenza è destinata a protrarsi: «Mi sarebbe piaciuto rientrare a Cremona ma la ripresa sta richiedendo più tempo di quanto sperassi. È importante che mi riprenda completamente» ha dichiarato l’altro giorno, mettendo nel mirino il decimo round, in programma ad Aragon fra una settimana.
Nel frattempo il suo vantaggio su Bulega, vincitore due volte sulla pista transalpina e un’altra volta in Australia (curiosamente in tutte e tre le occasioni sul podio non è salito Razgatlioglu) è sceso a 55 punti, Pertanto vincendo le due gare lunghe e con un quarto posto nella Superpole Race, il campione uscente della Supersport si porterebbe al comando della classifica.
Bulega passerebbe in testa anche conquistando una gara lunga e una corta (37 punti complessivi) e finendo secondo nell’altra gara standard. Peraltro il ducatista è anche un mostro di costanza: soltanto in Gara1 in Francia è stato costretto al ritiro e nelle altre 23 manche stagionali è sempre finito in zona punti. Con la prossima vittoria Bulega eguaglierà Michel Fabrizio, quattro volte vincitore in Superbike, mentre con due successi raggiungerà a quota cinque Davide Tardozzi e Michael Ruben Rinaldi.
Più lontano in classifica è Alvaro Bautista, distante 122 punti dal turco, anche a causa del duplice zero di Magny-Cours dovuto alla caduta nella Superpole Race che gli ha impedito di partecipare a Gara2. In quell’occasione l’iberico si è fratturato l’ottava costola sinistra ma giovedì è stato autorizzato a scendere in pista a Cremona e ha dichiarato di essere intenzionato a pensare a sé stesso, più che preoccuparsi di aiutare il compagno.
Mancherà in pista anche Jonathan Rea, operato alla mano dal dottor Martens dopo la caduta in Francia. Lo rimpiazzerà Niccolò Canepa, 79 gare nel Mondiale Superbike dal 2008 al 2018 con due settimi posti come migliori risultati. Il ligure è test rider Yamaha, nonché due volte campione del mondo Endurance.
Per questo round la Pirelli ha portato le stesse gomme di sviluppo da asciutto che hanno debuttato a Magny-Cours: la SC1 anteriore, in specifica D0715 che presenta una carcassa evoluta, per fornire maggiore stabilità e precisione nella guida e la SCX posteriore, in specifica D0820 dotata di un nuovo composto per assicurare una maggiore durata.
Secondo Pirelli il livello di stress per le gomme è di circa 7 punti su 10, invece secondo Brembo, che quest’anno fornisce i suoi componenti frenanti a 12 team per un totale di 18 piloti, in una scala da 1 a 5, l’impegno richiesto ai freni è pari a 3. In 10 delle 13 curve del tracciato da 3,768 km i piloti della Superbike utilizzano i freni per un totale di 28 secondi. Tre sono le curve più impegnative per gli impianti frenanti, la 1, la 7 e la 11 mentre la curva 2, la 8 e la 10 sono di media difficoltà.
La curva del tracciato cremonese più dura per l’impianto frenante è la 11 perché nel rettilineo precedente le moto superano per l’unica volta in tutta la pista i 300 km/h: le Superbike decelerano da 303 km/h a 117 km/h in 3,7 secondi in cui percorrono 216 metri grazie anche ad un carico sulla leva del freno di 4,2 kg. La decelerazione è di 1,5 g e la pressione del liquido freno Brembo raggiunge gli 8,9 bar.
La seconda frenata per importanza è quella alla curva 7: la velocità diminuisce da 240 km/h a 96 km/h in 3,7 secondi mentre le moto avanzano di 167 metri. I piloti esercitano un carico di 3,7 kg e sono soggetti a 1,4 g di decelerazione. In un giro un pilota della Superbike esercita un carico complessivo sulla leva del freno di oltre 34 kg e mezzo.
L’Autore: Giovanni Cortinovis
Trafficante di velocità, coltivatore diretto di statistiche, allevatore di storie bestiali.
Si guadagna da vivere come giornalista dal 2002.
Segue, dal vivo, le road races dal 2005, quando andò per la prima volta all’Isola di Man.
Da allora ha assistito a innumerevoli edizioni di Tourist Trophy, North West 200, Ulster GP, Cookstown 100, Tandragee 100, Armoy Road Races, Olivers Mount Spring Cup, Bush, Killalane, Macao GP.
Una piccola parte di quanto ha visto e appreso su questo universo l’ha riversato nel libro “North West 200: La corsa più bella al mondo” in vendita su Amazon, dove ha raccolto una valanga di recensioni entusiastiche.